Alla base delle tecniche di respirazione con il Metodo Buteyko vi è la riduzione della profondità degli atti respiratori, attraverso il rilassamento della muscolatura respiratoria primaria e ausiliaria.

L‘iperventilazione alveolare, come hanno dismostrato oltre 60 anni di pratica clinica con il metodo DVBMDeliberate Volume Breathing Metod (Dr. Kostantin Buteyko Dr. David Bhor,  Dr. Verigo Bronislav Fortunatovich), è un’importante con-causa di molte delle principali patologie occidentali.

Anni di trattamenti clinici hanno dimostrato che esercitando l’organismo nella diminuzione della profondità dell’atto respiratorio, attraverso specifiche tecniche di rilassamento sulla muscolatura respiratoria primaria e secondaria, i benefici per l’organismo sono notevoli in termini di recupero di moltissime problematiche, fra le quali:

  • Asma
  • Stati d’ansia
  • Attacchi di panico
  • Problemi respiratori
  • Disturbi del sonno
  • Apnee notturne
  • Russamento

I principi base del metodo Buteyko

Alla base del metodo Buteyko cè il principio della diminuzione della profondità degli atti respiratori e molti assiomi della fisiologia che fanno riferimento al Dr. Kostantin Buteyko e prima ancora allo scienziato danese Dr. David Bhor e al Dr Verigo Bronislav Fortunatovich.

Vediamo i punti salienti sui quali si intrecciano gli studi di Buteyko e quelli di Verigo e Bhor:

  1. L’obbiettivo della respirazione non è introdurre una grande quantità di ossigeno ma che l’ossigeno, elemento vitale per eccellenza, entri realmente nelle cellule per dare funzionalità al cervello e a tutti i nostri organi, grazie all’azione della Co2.
  2. Perchè questo avvenga non bastano i 2 passaggi ai quali abitualmente pensiamo: introduzione di ossigeno con la respirazione e trasporto dell’ossigeno con l’emoglobina. Serve 1 passaggio in più: deve intervenire CO2 in sufficiente quantità per far si che l’ossigeno trasportato dall’emoglobina venga realmente ceduto ed entri concretamente nelle cellule.                                                    Senza una quantità sufficiente di anidride carbonica questa cessione non avviene, l’ossigeno viene trasportato ma resta alle porte della cellula e l’organismo non funziona, nè in termini di produzione di energia nè di riparazione organica e tissutale.
  3. Le rilevazioni in laboratorio mostrano come respirando profondamente l’organismo espira una quantità eccessiva di anidride carbonica.
  4. La diminuzione di anidride carbonica nel sangue fa sì che l’ossigeno rimanga legato all’emoglobina e che non venga realmente ceduto alle cellule. Ciò porta a problemi di ipossia, ovvero di carenza di ossigeno nel cervello e in tutti gli organi andando ad aumentare la pressione sanguigna.
  5. La mancanza di biossido di carbonio, generata da una respirazione troppo profonda va a modificare il PH del sangue rendendolo alcalino.
  6. La bassa concentrazione di CO2 provoca spasmi ad ampio spettro: angiospasmi, broncospasmi e spasmi localizzati nei vasi cerebrali.
  7. Il minor flusso di ossigeno nel cervello che si crea in fase di respirazione profonda, è aggravato da dalle contrazioni involontarie in corrispondenza della muscolatura liscia del cuore e dei polmoni.
  8. Nel tentativo di compensare l’ipossia, l’organismo corre ai ripari aumentando chiedendo maggior flusso di sangue, generando così aumento della pressione ed eventuale successiva ipertensione arteriosa.
  9. La fisiologia di base, come fa notare Buteyko, ci spiega che l’organismo non è una fornace, nella quale più inseriamo e meglio funziona. Al contrario, più respiriamo profondamente e con intensità e meno ossigeno entrerà nel sangue.
  10. Esiste una strettissima correlazione fra l’aumento dello stress e la profondità del respiro, motivo per cui l’aspetto psicologico nell’insegnamento delle tecniche di respirazione è una variabile fondamentale.

 

Per sapere quali sono le differenze tra le tecniche di respirazione con il metodo                Buteyko e l’ Oxygen Advantage® clicca quì.

Ridurre la profondità della respirazione

Francesco Da Ponte